Traduzione

All’inizio del Settecento, con l’annessione all’Impero asburgico, Mantova smise di essere la capitale di un ducato e divenne una delle principali fortezze a difesa dei territori imperiali nel nord Italia. Da quel momento, la città fu coinvolta in molti eventi militari: le guerre di successione, le campagne napoleoniche e, più tardi, le guerre risorgimentali. All’inizio dell’Ottocento, i francesi di Napoleone organizzarono Mantova come una grande piazzaforte fluviale. Con il ritorno degli austriaci, la città entrò a far parte del cosiddetto Quadrilatero, sistema difensivo ideato dal generale Radetzky che univa le fortezze di Peschiera, Mantova, Verona e Legnago, sfruttando le linee naturali dei fiumi Mincio e Adige. Oggi restano poche tracce di quelle imponenti strutture: accanto ad alcuni tratti delle più antiche mura urbane, uscendo dalla città dal ponte di San Giorgio si incontrano ancora la rocchetta di Sparafucile e i forti Fossamana e Frassino. La rocchetta di Sparafucile, un tempo chiamata “rocchetta di San Giorgio”, era parte dell’antico borgo che difendeva l’accesso alla città, demolito all’inizio dell’Ottocento perché ormai inadeguato dal punto di vista militare. Napoleone integrò la rocchetta nel nuovo forte realizzato a difesa del ponte di San Giorgio, che fu poi potenziato con la costruzione dei forti Fossamana e Fràssino. Queste strutture, progettate seguendo con precisione la forma del terreno e le esigenze balistiche dell’epoca, sono oggi preziose testimonianze della storia militare di Mantova e dei conflitti che hanno attraversato l’Europa.